Carissimi, questo mese in prossimità della Festa dei papà, scrivo questo contributo pensando in particolar modo a tutti quelli che come me tentano, senza riuscirci tutte le volte, di essere dei buoni padri.

Quanti manuali o libri si potrebbero citare per suggerire “qualche trucco del mestiere”, ma in questo caso vi chiedo di avere la pazienza di arrivare fino in fondo a questo breve articolo per  guardare, con delle lenti graduate, la figura un po’ particolare di Giuseppe, che mi pare che anche oggi possa offrire il senso profondo dell’essere padri e sposi “di gran valore”.

Di san Giuseppe sappiamo pochissimo, è noto che sia stato un lavoratore e addirittura che per diversi anni abbia chiesto a Gesù di fare esattamente quello che faceva lui: il falegname. Cosa mai sarebbe servito imparare questa professione per fare il Messia nessuno lo sa, ma certamente il senso della fatica, dell’obbedienza e dell’accettazione della parola non sempre piacevole del “capo”, ha forgiato anche l’adolescente Gesù”!

Di Giuseppe non ci è stata consegnata nemmeno una sua parola, nemmeno una, ma possiamo certamente affermare  che fu  un uomo dei fatti (prese Maria come sua sposa, partì per il censimento come prevedeva la legge, fuggì in Egitto)! Quante parole sciupiamo, quante prediche facciamo, quanti ragionamenti altisonanti che si sbriciolano, spesso,   in incoerenze, che i nostri figli  colgono con i loro occhi disincantati.  Parliamo meno, testimoniamo di più con la quotidianità,  riempiamola di gesti, fatti e virtù che abbiamo il sapore di quello di cui vorremmo educare i nostri figli.

Giusuppe fu  un uomo «giusto», dice il Vangelo di Matteo (Mt 1,19)! Significa, a mio modo di vedere, che la sua unica “cartina di tornasole” era quella di rifarsi alla volontà di Dio,  che anche per Lui non risultava facile da scoprire. Egli, dunque, non fu l’uomo del compromesso, del legalismo, del politicamente corretto, del rispetto umano …  Fece non ciò che gli altri ritenevano giusto,  senza mai smarcarsi alle regole e  opinioni altrui per essere gradito ai vicini di casa, agli amici, ai colleghi, ma ciò che il Vero Bene gli suggeriva, che si impegnò davvero a scoprire (svegliatosi dal sonno….prese con sé…)

Giuseppe ha protetto la sua Famiglia dai malvagi (e non ha tentato di dialogare con loro, cercando ciò che unisce invece di ciò che divide) e quando ha intravisto il pericolo non è stato molto a calcolare cosa avrebbe perso, quale sicurezza avrebbe dovuto lasciare o quale impegni  di lavoro avrebbe dovuto rinunciare. Ha preso suo figlio e sua moglie ed è fuggito in terra straniera,: in Egitto.

Non solo si è fidato ciecamente di Dio, ma ha imposto al Figlio tutti i riti dell’iniziazione religiosa (circoncisione, imposizione del nome, presentazione al tempio…) e non si è sognato nemmeno una volta di dire «Quando sarà grande deciderà lui…». Si è interessato insomma delle cose dell’anima senza delegarle a Maria o snobbandole come se non fossero cose da “uomini tutti d’un pezzo”.

A breve vivremo anche noi l’esperienza formativa più completa dell’anno: quella degli esercizi Spirituali o della giornata di spiritual break con la scuola media. Quanto ghiotta potrebbe essere questa occasione per scambiare due parole che contano con i figli che amiamo…

Buona festa del papà. Con l’augurio a tutti i papà di imitare san Giuseppe; a tutte le mogli di avere un marito come l’ebbe Maria; a tutti i figli un padre terreno come lo ebbe Gesù..