Entriamo nella settimana dell’educazione lasciandoci  accompagnare da qualche tratto della biografia di don Bosco. In questi giorni a scuola abbiamo proposto ai ragazzi nel buongiorno 5 lezioni di life coaching, scritte da un grande salesiano e conoscitore di don Bosco, Bruno Ferrero. A voi lettori offro una sesta riflessione, reperibile insieme alle altre in internet.

L’originalità di don Bosco fu d’aver dato un valore pedagogico alla gioia, al buon umore; cioè d’aver non soltanto accettato, ma anche condiviso come educatore, quell’allegria aperta e gioiosa del giovane. Fu la pedagogia della “gioia”, in termini moderni della “serenità”; liberatoria quindi dalla nevrosi e stimolatrice di creatività, in quanto infondeva speranza, voglia di lavorare, di studiare, di vivere e di convivere. L’allegria non serve infatti soltanto alla distensione psichica del soggetto, ma è anche uno stimolo creativo ai suoi valori interiori e a un positivo comportamento sociale. L’inizio della storia cristiana comincia con le parole: «Rallegrati, Maria!» Il giovane San Domenico Savio, con sorprendente maturità, diceva: «Noi qui all’Oratorio facciamo consistere la santità nello stare molto allegri». Quanto a don Bosco, le testimonianze sono concordi: «Egli però andava assai guardingo nel lasciare anche solo trapelare ai suoi cari le angosce e trambasciamenti dell’animo suo, per le tante avversità incontrate durante la sua scabrosa missione.

Servite Domino in laetitia, era il suo motto d’intercalare fra i suoi più diletti; e questa santa allegria formava per lui la base del suo edificio sociale per la sicura educazione della gioventù. Nemico della taciturnità e de’ nascondigli, voleva che i giovani nella ricreazione si esercitassero specialmente nella ginnastica del corpo e nella musica, cui egli stesso prendeva parte assai volentieri.

Nel novembre 1846 don Bosco, convalescente dopo una malattia iniziata nel luglio precedente, affittò anche due camere in casa Pinardi, dove andò ad abitare portando con sé dai Becchi mamma Margherita. «I due pellegrini fecero la lunga strada a piedi. Quando giunsero al rondò, un sacerdote amico di don Bosco li riconobbe, e venne a salutarli. Li vide impolverati e stanchi. — Bentornato, caro don Bosco. Come va la salute? — Sono guarito, grazie. Ho portato con me mia madre. — Ma perché siete venuti a piedi? — Perché manchiamo di questi — e sorridendo fece scorrere il pollice sull’indice. — E dove andate ad abitare? — Qui, in casa Pinardi. — Ma come farete a vivere senza risorse? — Non lo so, ma la Provvidenza ci penserà. — Sei sempre il solito — mormorò il bravo prete scuotendo il capo. Tirò fuori di tasca l’orologio (allora era un oggetto prezioso e raro) e glielo porse: — Vorrei essere ricco per aiutarti. Faccio solo quello che posso. Margherita entrò per prima nella sua nuova casa: tre stanzette nude e squallide, con due letti, due sedie e qualche casseruola. Sorrise, e disse al figlio: — Ai Becchi, ogni giorno dovevo darmi da fare per mettere in ordine, pulire i mobili, lavare le pentole. Qui potrò riposare molto di più». Quando chiedo: «Che cosa hanno fatto madre e figlio quella sera?» Di solito nessuno indovina la risposta.  Le  Memorie dell’Oratorio dicono che si sono messi a danzare cantando: «Guai al mondo se ci sente … Forestieri senza niente». L’inizio della storia salesiana sono queste due persone che danzano e cantano in una stanza dove non ci sono neanche i letti.

CARISSIMI EDUCATORI, IN UN MONDO TRISTE E SFIDUCIATO, PROVIAMO ALLA SERA A PORTARE NELLE NOSTRE CASE IL NOSTRO ENTUSIAMO (dal greco: en dentro thèos dio. Il dio dentro), A NON FAR TRAPELARE LE NOSTRE PUR NUMEROSE PREOCCUPAZIONE, A NON ESPRIMERE GIUDIZI O PENSIERI CHE HANNO SEMPRE DEL MALINCONICO O DEL PREOCCUPATO, SFORZANDOCI DI COGLIERE E TRASFERIRE IL BELLO CHE LA GIORNATA CI HA OFFERTO,  CHE C’E’ SENZ’ALTRO. DIVENTIAMO “EDUCATORI DI ENTUSIAMO”,  DIMENSIONE INTERIORE ESTREMAMENTE POTENTE E MASSICCIA, CAPACE DI RISVEGLIARE FORZE E SUSCITARE ENERGIE CHE INDUCONO A CONSIDERARE OGNI META A PORTATA DI MANO,  A CONSIDERARE GLI OSTACOLI COME PROVE  FACILMENTE SUPERABILI. L’ENTUSIAMO E’ LO STATO D’ANIMO ATTIVO, CENTRATO E SORRIDENTE CHE SCHIUDE L’INFINITA REALIZZABILITA’ DEI SOGNI.

E mercoledì non fate mancare la torta nelle vostre case….Don Bosco vi sorride già! Buona Festa!