Approfittando di una bella pagina scritta da Pino Pellegrino su “Il bollettino salesiano”, oramai  in questo scorcio d’anno,  mi sembra di poter suggerire ai genitori/educatori  e appassionati lettori  due esempi  d’uomo che, oltre ogni confine di tempo,  potrebbero aiutarci a guardare diversamente i pomeriggi e le fatiche dei nostri figli:

IL METODO DEMOSTENE

Demostene (384-322 a.C.) fu uno dei più grandi oratori dell’antichità. All’inizio, però, tutti lo deridevano. Ed avevano ragione. Non sapeva fare i movimenti giusti delle mani, della faccia, degli occhi; non pronunciava bene le parole e, soprattutto, balbettava. Insomma uno meno adatto a parlare in pubblico sarebbe stato difficile trovarlo.Ma Demostene non si scoraggiò. Aveva una grinta rocciosa. Si ritirò per qualche anno, deciso a prepararsi alla perfezione. Incominciò a studiare a memoria i discorsi degli oratori più famosi che l’avevano preceduto. Poi, per allargare i polmoni e imparare a trattenere il respiro, si diede a correre su e giù da una collina all’altra. Per poter dominare, domani, il tumulto delle assemblee, andò sulla spiaggia del mare e si esercitò a superare il rumore delle onde in tempesta. Arrivò persino a mettersi dei sassolini in bocca per migliorare e forgiare la pronuncia. Finalmente si presentò al pubblico per i dibattiti nei tribunali e nelle assemblee. Fu un trionfo! Tutti lo applaudirono. Ormai era diventato il più celebre e ammirato oratore della Grecia.

IL METODO DYBALA

Il calciatore Paulo Dybala ha costruito la sua fortuna sul talento mancino, usando soprattutto il piede sinistro. Ultimamente ha segnato due reti con il piede destro. Un segreto c’è ed è legato agli allenamenti, tanti, nei quali cerca di migliorare la potenza e la precisione dell’altro piede. Ma non solo, perché un fuoriclasse come lui sa che per la perfezione serve una sensibilità superiore e allora si dedica a un “allenamento” molto particolare a casa sua. Una volta ogni due o tre giorni, Dybala prende un foglio di carta e prova a scrivere il suo nome tendendo la penna con il piede destro: un modo per “educarlo”, ma soprattutto per abituare il suo cervello a usarlo meglio.

 

Il metodo è lo stesso anche se la grandezza e l’ambito di realizzazione è diametralmente opposto: l’importante è CREDERCI, rifuggendo dalla commiserazione pietistica!