Riprendo la pubblicazione periodica mensile del cosiddetto contributo educativo, ossia qualche riga che generalmente scrivo ad inizio di ogni mese, da ottobre a maggio, convinto che genitore, educatore, insegnante non si nasce ma si diventa se ci si prende fedelmente cura anzitutto di se stessi, con serenità e determinazione, se il primo e più importante lavoro di ognuno, rimane quello sulla propria persona.

Vengo da alcuni giorni di esercizi spirituali e viaggio di istruzione passati con i ragazzi di quinta liceo ad Auschwitz-Birkenau, una terra che riesce a zittire ogni bocca e ad interrogare  ancora ogni cuore. In quel campo di torture, orrore, depravazione e male, vi è un unico luogo dove la logica della morte pare messa in difficoltà: la cella di padre Massimiliano Kolbe, che si consegnò spontaneamente nelle mani dei carnefici al posto di un altro uomo, Franciszek Gajowniczek, papà e sposo scelto per essere ucciso insieme ad altre 10 innocenti vittime.

Anche ad Hans Bock, il delinquente comune nominato capoblocco dell’infermeria dei detenuti, incaricato di effettuargli, visto che non moriva, l’iniezione mortale nel braccio, Padre Kolbe ripetè: «Lei non ha capito nulla della vita…» e mentre questi lo guardava con fare interrogativo, soggiunse: «Solo l’amore crea! »

Già “Solo l’Amore crea”, cioè solo cercando la comunione con gli altri, è possibile vivere, facendo proseguire l’atto creativo a cui noi tutto dobbiamo tutto: amare gli altri con gli altri.

Ecco noi potremo vivere un anno meraviglioso, nonostante i mille problemi, le diverse fatiche e preoccupazioni, i venti di guerra e di crisi internazionale, se saremo capace di tradurre concretamente questo ideale, che non è, e non deve rimanere, un buon proposito, ma uno stile che i più piccoli, quelli che ci guardano e a noi si ispirano, da noi sono guidat,i ci vedranno realmente e fattivamente costruire con i vicini di casa rompiscatole, con i professori che sbagliano, con i colleghi che sono turbati, con il portinaio che si fa sempre i fatti degli altri…

Kolbe, traduce ancora meglio questo sforzo: “Combattare il male con l’amore nei confronti di tutti gli esseri umani, compresi i meno buoni, significa dar rilievo al bene, in modo tale da renderlo irresistibile, invece di diffondere il male attraverso la sua descrizione. Quando si presenta l’occasione di attirare l’attenzione della società o dell’autorità su qualche misfatto, bisogna farlo con amore verso la persona in causa, e con delicatezza. Non si deve esagerare o entrare nei particolari di tali misfatti più di quanto sia necessario per apportarvi un rimedio”.» E ancora “Non badare al giudizio degli uomini… Sei troppo grande perché gli uomini ti possano giudicare”.   “La Croce è la scuola di amore”. “Dobbiamo dire che il nostro lavoro è bello ed importante; ma questa è cosa esteriore. Prima di ogni altra cosa dobbiamo avere cura della nostra vita interiore”.

Ecco allora che se saremo capaci di PARLARE MENO, PARLARE MEGLIO, PARLARE BENE riusciremo a vivere nella logica dell’amore che crea, riuscendo a tenere in alto i cuori, sur sum corda.