È un’esperienza comune quella di parlare in maniera negativa delle nuove generazioni: senza valori, in continuo e inarrestabile degrado cognitivo, capaci solo di individualismo esasperato e fragilità emotiva. Da Socrate in avanti, e con motivazione diverse, gli adolescenti e i giovani hanno raccolto una gran massa di preoccupanti giudizi e allarmanti prospettive, anche  per il fatto innegabile che  le nuove generazione rappresentato per gli adulti,  il futuro al quale non prenderemo parte,  e talvolta sono la riprova delle debolezze e delle incapacità educative dei grandi, capaci di  scompaginare sistemi pedagogici e modelli sociali consolidati.

Quello che voglio fare in questo contributo educativo di febbraio è invece recuperare ciò che ritengo necessario e fondamentale: è possibile educare solo guardando ciò che è realmente risorsa, smettendola una volta per tutte, di concentrarsi solo su quello che non funziona,  e partendo piuttosto da quello che NOI grandi facciamo, non facciamo e che magari dovremmo realizzare.

Voglio essere “voce che grida nel deserto” …  contestando i profeti di disgrazie e di apocalissi senza tregua, i cultori delle scienze apocalittici che dipingono scenari sempre più cupi e foschi per l’umanità intera, gli educatori sempre più tristi e sfiduciati. Voglio fare, invece, elogio a questa nuova generazione, di quanto sta vivendo e di quanto spera di realizzare, nonostante NOI ADULTI, spesso incapaci di essere compagni di viaggio, punto di riferimenti, e di coraggio stimolante..

ELOGIO alle nuove generazioni, non perché i giovani di oggi abbiano guadagnato dei meriti particolari o, rispetto a quelli che li hanno preceduti, abbiano fatto qualcosa di speciale, ma perché si trovano a vivere una stagione e un’esperienza che, più di quelle di prima, sono ricche di opportunità.

ELOGIO ALLA LIBERTA’ GUADAGNATA. La nuova generazione è più libera di prima. Libera dalle ideologie e dagli schemi culturali precostituiti, insofferente a tutte le classificazioni concettuali possibili, libera dai pregiudizi moralistici e religiosi, indifferente alle grandi campagne idealistiche inconcludenti e ingannatrici… e con tanta voglia di divertirsi, di essere se stessi e basta. Si dirà che è un elogio blasfemo all’egoismo. Lungi da me questa tentazione o questo intento. No! È semplicemente l’elogio alla libertà che hanno conquistato in barba a tutte le dichiarazioni teoriche e rivoluzionarie delle generazioni precedenti, che hanno confessato e creduto una libertà che non è approdata a niente, che talora ha lasciato sul campo dei morti e dei relitti.

È la libertà di chi pretende di essere sé stesso, magari meno bello e con meno aureole di santità e di martirio, ma certamente più vero e autentico. Elogio alla loro libertà da tutto quanto rende le persone meno vere, anche in nome di false teorie farisaiche sulla legge e sulla buona condotta e sul retto comportamento. Liberi da… è un grande progetto, una grande realizzazione! Un interrogativo, una nostalgia, però, mi tormenta…La libertà per essere piena, per realizzarsi va spesa per qualcosa, è una moneta che se non si spende per qualcuno o per qualcosa deperisce e si svaluta subito e soprattutto non appaga. Elogio alla vostra libertà,  cari giovani, a patto che la spendiate presto e bene!

ELOGIO DI QUESTA GENERAZIONE ANCHE PER I SUOI SENTIMENTI E I SUOI AFFETTI. Finalmente non si ha più paura ad esprimere quello che si sente e il desiderio non è più visto come debolezza e incapacità. Sono tornati ad essere uomini e donne che piangono, ridono, sono felici e tristi senza vergognarsi. Ora quello che conta è l’amicizia e l’amore; la famiglia e gli amici sono diventati le realtà che contano e non c’è più posto per vuote astrazioni e per affetti impossibili. Ora i sentimenti sono in carne ed ossa, hanno un volto preciso e contano più del pane. Elogio dei sentimenti e degli affetti, elogio del cuore e dell’amicizia. Elogio, dunque, dei sentimenti riscoperti da questa generazione: hanno in mano la possibilità di percorrere strade inedite e inesplorate se troveranno chi sa indicare loro il senso pieno dell’affetto e dell’amore nell’uscire da sé, nel farsi dono, nella gratuità.

ELOGIO ANCHE PER LE LORO INCERTEZZE E LE LORO INDECISIONI. E chi non sarebbe così di fronte alle prospettive che incombono e alle difficoltà che si affacciano all’orizzonte! Forse una generazione più rigida e dalle idee più chiare sarebbe capace di vivere meglio e di reagire con più determinazione alle situazioni? No di certo. E allora ben vengano le loro indecisioni, le loro insicurezze, le decisioni procrastinate nel tempo, le identità deboli, le appartenenze relative… Provate voi a vivere, quando tutti dicono che nella vita cambierete lavoro almeno sette volte, quando vi accorgete che le generazioni che vi hanno preceduto non sono costanti e fedeli nelle decisioni e negli affetti, quando vi accorgete che i vostri padri dalle grandi convinzioni hanno fatto più danni che realizzazioni… Elogio alle loro insicurezze, segno di una generazione che non compera a scatola chiusa, che vuole capire, vuole vedere, vuole provare; generazione che va adagio e cerca di semplificare al massimo la vita complicata che gli sta di fronte. Elogio, quindi, alla loro flessibilità, augurando loro di trovare qualcuno che li aiuti a socializzare le incertezze, a costruire fraternità, a solidarizzare nei problemi, perché non è rifugiandosi nella tana che si riesce a solcare il mondo, ma accettando le proprie debolezze e i propri limiti e quelli degli altri si può sperare di andare oltre e superarli.

ELOGIO DELLA NUOVA GENERAZIONE CHE HANNO BISOGNO DI SENTIRSI UTILI e non per questo scrivono proclami rivoluzionari; dedicano parte del loro tempo libero a qualche causa o a qualcuno che ne ha bisogno e non per questo si sentono i salvatori della patria. Sì, mi sento di elogiarli perché più di altri conoscono la gratuità della vita e la loro destra, il più delle volte, non sa che cosa ha fatto la sinistra. Magari alla fine risultano un po’ incoerenti e forse talora contraddittori, ma certamente sinceri nella loro volontà di bene. Elogio al loro volontariato spicciolo, al loro avere a cuore le sorti di chi ancora oggi incappa nei briganti, elogio del loro impegno senza proclami, soprattutto se scopriranno che può diventare il senso vero e ultimo della loro vita.

ELOGIO DI QUESTA GENERAZIONE PERCHÉ È TRASGRESSIVA,  ossia ha un desiderio di autenticità e di cose nuove, aspirazione ad essere veri e credibili, nauseati di tutto quanto è ripetuto in modo stanco e senza prospettive. Elogio della trasgressione perché è voglia di novità e di verità, di profezia e di autenticità. Elogio della trasgressione perché questa è il luogo dove possono incontrare Colui che nella trasgressione ci ha rivelato il Volto nuovo di un Dio che non guarda l’esterno delle persone e che preferisce chi, pur avendo molto trasgredito, ha molto amato!

Ogni maestro si metta al servizio dei giovani del suo tempo cominciando con un elogio e un bel esame di coscienza.