Mentre ringrazio tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato la loro vicinanza in questo momento di profonda lacerazione e distacco da quello che umanamente è forse l’affetto  più profondo, intimo e assoluto, l’amore di un mamma, mi permetto di condividere con voi le parole di commiato che ho voluto rivolgere in conclusione alla celebrazione delle esequie di mia madre.  Voi tutti che mi conoscente ben sapete quante volte l’ho citata nei miei ragionamenti non come una maestra ma come una donna semplice che incarnava quello spirito educativo che se si diffondesse veramente potrebbe far girare un pochino meglio il mondo. Buona lettura

Cari fratelli, cognate,  nipoti tutti Eccoci qui con un bel problema da affrontare: l’eredità. La mamma, come ci è ben noto, ha accumulato tanti tesori, ha riempito forzieri, ha accantonato ricchezza che ora dobbiamo necessariamente dividere perchè la sua fatica non sia stata vana. Noi tutti sappiamo, perchè lo abbiamo visto, quanto ci sia da spartire tanta roba, troppa roba tutte cose  però che nè la tignola nè la ruggine potranno mai consumare, se non per il fatto che noi eredi non si trovi un accordo,  non  si trovi la giusta  valorizzazione di quello che ci ha lasciato. Ecco in questo caso potremmo davvero sciupare  tutto, allorchè penseremo  di percorrere altre vie, di usare altre strategie, di  puntare ad investimenti apparentemente più redditizi.

Cari fratelli, cognati e nipoti tutti facciamo quello che non abbiamo mai fatto: litighiamo per spartirci il più grande dei forzieri che ci ha lasciato quella  della fede: “sensa al Signur fi nient”. Una fede semplice, una fede saggia, una fede forte, una fede che si è fatta vita, per lei e per noi

Discutiamo pesantemente per impossessarci della cassaforte della dedizione: “va là in del freezer e porta ca i pulpet per i bagai”. Venivano sempre prima gli altri di lei, c’erano sempre orecchie, cuore e parole per ascoltare, consolare, accompagnare e soprattutto servire.

Lottiamo per aprire e fare nostro lo scrigno dell’umiltà che non giudica mai “mi ho fa duma la quinta elementar e… bumbardaven, che schola ho fa”. Piuttosto che parlare male di qualcuno la mamma preferiva tacere, piuttosto che dire quel che si sarebbe dovuto dire o fare preferiva dare l’esempio di come di com lei avrebbe fatto

Allora  così dopo una bella litigata per l’eredità la nostra mamma, la vostra nonna che ha voluto traslocare un po’ in fretta non solo continuerà a vivere nel Casa del Padre, ma lo farà dentro di noi, e un giorno anche noi con Lei ci ritroveremo in Paradiso.

Cara mamma facci il dono prezioso del motto di vita di don Bosco, che tu senza saperlo hai incarnato: “dahmi anima cetera tolle”: mi interessa la tua persona, la tua anima…. il resto lo lascio.