Non datemi tutto quello che vi chiedo. A volte chiedo solo per riscontrare quanto posso prendere e pretendere. A volte chiedo solo per riempire un troppo e illusoriamente troppo pieno, con il quale penso di bearmi. Fate crescere in me la capacità dell’attesa paziente, perché la vita hai i suoi tempi  e io devo imparare a riconoscerli e accettarli quanto prima.

Sgridatemi, se è necessario, sempre con il cuore, ma senza farla troppo lunga perché allora ho già smesso di ascoltare, come dice la nonna “su de doss”, ricordatevolo! Mantenete le promesse, belle o brutte che siano. Se promettete un premio,  deve esserci una buona, anzi un’ottima ragione,  per concedermelo ma a quel punto datemelo. Se dopo averci pensato attentamente mi dovete punire fatelo. Altrimenti non minacciatemi nemmeno la prossima volta non vi darò neppure retta. Non crescetemi con l’idea del poverino, perchè farete di me un cretino. Ho testa e cuore anche io e voi trattatemi con giusta equidistanza, la stessa che vorreste vedervi riconoscere dagli altri.

Se sbaglio  e cado, se mi impegno e non riesco, sto assaggiando i miei limiti e mettendo alla prova me stesso.  Permettetemelo di farlo. Non mi paragonate mai a nessuno, specialmente a mio fratello o sorella; se mi fate apparire migliore o peggiore di altri  mi metterete a disagio. Se poi il paragone siete voi mi sentirò un nano incapace di diventare un gigante; se avrete la capacità, invece, di introdurmi nei vostri fallimenti e nelle fatiche che avete compiuto per diventare grandi allora penserò che sia possibile anche per me. Un sano bagno di umiltà è via maestra per il successo. Smettetela di adularmi;  la vita che mi sta davanti mi rivelerà quanto prima che io non sono un principe come mi avete fatto inutilmente credere.

Non cambiate parere così spesso su ciò che devo fare; siate determinati a mantenere la vostra decisione, a chiedere riscontro dei patti che implicitamente o esplicitamente abbiamo siglato. Se voi mamma e papà fate tutto al posto mio io rimarrò un inetto. Vi prego tiratevi da parte, non come coloro che sono disinteressati, ma con lo sguardo di coloro che vogliono fidarsi e farmi percorrere un pezzo di strada da solo. Non dite bugie, questo mi fa sentire male e perdere la fiducia in tutto ciò che mi dite. Quando sbagliate ammettetelo. Dei miei docenti, del mio don, del mio allenatore cercate di parlarne sempre bene, e se sbaglia parlate con lui in riservatezza, perché io possa continuare a stimarlo, perché da soli voi non potete educarmi. E io devo potermi fidare di loro.

Ed infine non fatemi vivere nella paura di quello che potrebbe succedermi. Star attento va bene, ma non fare questo o quell’altro perché potrebbe accadere l’immaginabile spegne il film della mia vita.  Quello di cui si ha paura spesso è la paura stessa. Se il mio vivere deve essere inibito perché voi possiate, in fondo stare sereni, sappiate che non andrò molto lontano, e non guadagnerò mai grande autonomia, che si ottiene solo con un buon grado di audacia. “Lasciamo ai vili le vie piane e noi saliamo alle vette pericolose, le uniche meravigliose”,  scrive Seneca. mentre il Salmo 8 ci ricorda che l’uomo è l’unico ad essere fatto poco meno degli angeli. Ce la posso fare, dunque!

Vi è un solo amore davvero gratuito quello che i genitori hanno verso il loro figlio/a, questo lo so e per questo sarete sempre la mia mamma e il mio papà.