Per la prima volta dell’era cristiana questa domenica non inizieremo insieme alle nostre comunità il tempo della Quaresima Ambrosiana, in quanto tutte le celebrazioni eucaristiche sono sospese. Qualcuno non sentirà  affatto questa mancanza; oggigiorno  la maggior parte non sa neppure cosa sia questo tempo;  altri lo interpreteranno come triste presagio; altri come il fatto che il Signore Gesù, dopo tanti anni, si sente meno solo,  ci sente particolarmente vicini, perchè ciascuno di noi, volente o nolente, sta facendo esperienza come lui nella prima domenica della quaresima ambrosiana di deserto, un po’ di solitudine e isolamento forzato, che si traduce  addirittura per alcuni nostri concittadini in quarantena: quaranta proprio come i giorni della quaresima, un tempo utile per stare bene, per misurare la propria salute e per evitare troppo facili e abitudinari comportamenti che inconsapevolmente potrebbero nuocerci o nuocere anche a coloro che amiamo con estrema predilezione. Non saprei come interpretare le cose di questi  strani giorni  che stiamo vivendo, certamente un po’ velati e ammantati di  tristezza.

Quel che so davvero é che in questi giorni ci siamo trovati  costretti  a misurarci  un poco con  la nostra fragilità, con i nostri pensieri , con un coronavirus qualsiasi che miserrimo,  invisibile e impercettibile ha fermato Milano riempiendo i suoi abitanti di mille paure e “chiacchiere da ascensore”, sempre troppe e spesso inutili, per esorcizzare di fatto quello che è la più grande e da sepre inquietudine dell’uomo: il suo destino ultimo. La morte, per quanta illusoria, è in agguato e far finta che non esista per non affrontarne la paura è un modo di rifiutare la vita: MA La morte non è ora, non è in questo momento. Tuttavia per vivere bisogna lasciare che essa sia consigliera perchè ciascuno viva ogni istante come se fosse l’unico, l’ultimo e certamente irripetibile, trovando così fervore, intensità, dinamicità, creatività, entusiasmo e magnificenza. E allora con tutte le anomalie del caso di questi giorni, lasciamoci stuzzicare dal coronavirus, perchè si prenda sul serio quello che quest’anno inizia con modalità differenti: la Quaresima. La Sapienza Antica non ha strutturato a caso l’andamento delle stagione, non ha suddiviso l’anno liturgico casualmente, ma lo ha con dei pit-stop speciali e prolungati, solennemente chiamati Tempi Forti, perchè pur essendo uomini del mondo, segnati da fatiche, paure e spaventi, ognuno di noi possa fare la giusta ricarica, possa cercare sane compagnie, e fondare la propria vita su ciò che non vacilla.

Il cristiano, perchè uomo in tutto e per tutto uguale a qualsiasi altra creatura, sa, o dovrebbe sapere, che è fondamentale cercare di nutrire la sua vita di fede, speranza e carità, che oltre a tracciare i confini di senso e gli orizzonti ultimi delle cose, dovrebbero muovere ogni passo, caratterizzare ogni giorno, e segnare ogni sguardo… E NON AVER PAURA MAI.