Nel mese dell’educazione e in occasione della festa si San Giovanni Bosco  il pensiero di questo mese lo prendo dal cuore del sistema preventivo ideato da questo grande santo che comprese la necessità di prevenire il disagio educativo con l’insegnamento e con la correzione, piuttosto che applicare forme punitive e restrittive Educare significa riconoscere le potenzialità  REALI E NON DESIDERATE  O PEGGIO ANCORA PROIETTATE dei propri figli,  i loro talenti con TANTA OGGETTIVITA’. Un genitore che desidera educare è chiamato a non avere pregiudizi. Educare significa ascoltare rimanendo in silenzio ed avere l’umiltà di non essere affrettati nell’offrire soluzioni preconfezionate. Educare significa lasciare passare del tempo per far maturare la decisione nel cuore del giovane, rispondendo anche a distanza di tempo. Educare significa contemplare la profondità dei gesti, guardare oltre le azioni istintive, percepire le richieste di aiuto che nascono dal silenzio o da una reazione inappropriata. I giovani vanno alla ricerca delle novità, gli educatori ricorrono alla saggezza della loro esperienza.  La correzione viene percepita se è accompagnata dalla coerenza di vita. Un padre non può rimproverare un figlio che passa troppo tempo sulla rete se poi egli rimane sino a sera collegato a navigare sui social network. Una madre/ un bambo non può rimproverare la figlia di non ascoltare il padre/la mamma se contesta puntualmente ogni cosa che gli dice il marito o viceversa. Un professore non può pretendere interesse per la sua lezione quando riduce l’insegnamento ad una esposizione confusionaria e disordinata. Educare, dunque, è possibile quando si percorre un cammino di conversione personale e comunitario. Noi possiamo tirare fuori il bene dal cuore dell’altro solo se ci siamo lasciati condurre lontano dal Bene. Educare è decidere di fare un pezzo di strada insieme e non solo limitarsi a dispensare consigli. Il parlare dell’educatore non deve essere come quello di un professore che tiene una lezione accademica presso un’aula universitaria. Le parole hanno un loro peso solo quando sono accompagnate da gesti concreti.  Il nostro calendario d’Istituto quest’anno inizia con la frase di san Giovanni Bosco: “nessuna predica è più edificante del buon esempio” e questo vale anche per l’educazione alla fede; infatti don Bosco riusciva ad attrarre i giovani a Cristo non per i suoi discorsi ricchi di sapienza umana, ma perché le sue parole erano ricche della speranza cristiana, la quale indicava sempre una via di uscita attraverso un sostegno personale fatto di vicinanza e concretezza. Se oggi assistiamo ad un impoverimento giovanile è perchè noi adulti abbiamo perso coerenza, sapore, quasi capaci solo di indicare il dito ma non la luna. Buona Festa di don Bosco e buona fatica!