In questo mese di novembre, in cui le giornate si spengono, la natura si addormenta, il calendario si apre con la Festa di Ogni Santi e la Commemorazione dei Fedeli defunti, in cui anche il ritmo della scuola si fa più serrato e arrivano ANCHE i primi insuccessi vorrei proporre alcuni concetti  e frasi  sulla SOFFERENZA che mi sembrano andate un po’ fuori moda ma che conviene che ricominciamo a pronunciare con convinzione.

 

 

Come ad esempio che il fallimento é una grande possibilità,  e che l’errore è una grande occasione e sfida educativa. Che i nostri figli possono stare male, perché la sofferenza ci spinge in avanti. E prima o poi passa.

Che possono essere quello che vogliono. Ma non a tutti i costi e che siamo in grado di amarli anche quando sbagliano, ma non per questo disposti a portare la loro fatica o impedire  il loro scoramento

Diciamo ai nostri ragazzi che quando  si cade… ci si rialza. Da questo s’impara. Non da altro. E che la mamma e il papà non possono evitare che i figli cadano e che non hanno potere alcuno contro l’ingiustizia umana

Dovremmo dire che la cattiveria esiste ed è dentro ognuno di noi. Dobbiamo conoscerla per gestirla. Che bisogna saper stare, e basta. E che  il dolore si supera.

Dovremmo dire ai figli che e senza gli altri non siamo niente. Proprio niente.

Dovremmo dire ai nostri figli che possono non avere successo e vivere felici lo stesso. Anzi, forse, lo saranno di più, e che mamma e papà non possono intercedere se non con il buon Dio.

Che non importa se i desideri non si realizzano, ma l’importante è desiderare. Fino alla fine.

Dovremo dire che si può morire, ma che esiste la Risurrezione

Dovremmo dire che non ci sono né vinti né sconfitti, e la vita non è una lotta, incominciando noi stessi con parole e fatti a vivere da fratelli

Ai nostri figli dovremmo dire che c’è tempo fino a quando non finisce, e ce ne accorgiamo sempre troppo tardi.

Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare, che sarà ancora più bello se sapremo farci carico dei poveri e dei confusi di cuori e se sapremo essere uomini di  perdono, che  sii può cedere ogni tanto, per procedere insieme.