Per essere buoni educatori è necessario avere dei buoni modelli a cui rifarsi e ispirarsi; il contrario  ci espone, infatti, al rischio di assumere comportamenti funzionali al pericoloso sentimentalismo  o al semplice buon senso. Anche don Bosco, padre, maestro e grande educatore, che siamo prossimi a festeggiare, aveva individuato il proprio punto di riferimento che portava sempre ad esempio, e al quale volle intitolare la sua opera e  congregazione: san Francesco di Sales, (da qui  deriva infatti il nome  salesiani).

Diceva  spesso don Bosco: «Il mio spirito e lo spirito di questo oratorio è lo spirito di san Francesco di Sales». Quando Domenico Savio, il capolavoro educativo di don Bosco, entrò per la prima volta nella stanza del grande santo torinese, forse intuendo la grandezza spirituale di quel fanciullo che gli si era presentato innanzi,  don Bosco  portò subito il suo sguardo su di un cartello, sopra cui a grossi caratteri erano scritte le seguenti parole di san  Francesco di Sales: “Da mihi animas, caetera tolle” (a me interessano le anime – l’intimo, lo spirito, il cuore della persona, il resto lo lascio…), indicando così Domenico Savio l’orizzonte educativo che avrebbero perseguito.

 A te caro professore, caro genitore, caro educatore cosa interessa, a cosa fai segno, di cosa hai cura maggiore  per quel figlio, per quell’allievo, per giovane che ti è affidato?

Provo, anche io, come don Bosco a guardare a San Franceso di Sales, a lasciare a lui la parola per ricavarne qualche grande insegnamento di vita pedagogica che dia fiato al  passo che, talvolta, diventa incerto, perchè forse troppo soggettivo. Noi, infatti, non possiamo essere unica misura e peso di tutte le cose… non siamo Dio, ma semplicemente io.

  1. Andare dall’interno verso l’esterno: “Non ho mai potuto approvare il metodo di coloro che, per riformare l’uomo, cominciano dall’esterno, dal contegno, dagli abiti, dai capelli. Mi sembra, al contrario, che si debba cominciare dall’interno… Il cuore, essendo la sorgente delle azioni, esse sono tali quale è il cuore…”.
  2. Andare tranquillamente: “con una dolce diligenza”. “La fretta, l’agitazione non servono a nulla, il desiderio di una vita spirituale è buono, ma deve essere senza agitazione”. La guarigione che si fa tranquillamente è sempre la più sicura”. “Dobbiamo essere quello che siamo ed esserlo bene, per fare onore all’Operaio, di cui siamo l’opera”.
  3. Pensare soltanto all’oggi di Dio: “Pensare di fare bene le nostre cose oggi, e quando arriverà il giorno di domani, si chiamerà anch’esso oggi, e allora ci penseremo”.
  4. Mettere a profitto tutte le occasioni: “Sopportate con dolcezza le piccole ingiustizie, le piccole incomodità, le perdite di poca importanza che capitano ogni giorno”.
  5. State  sempre allegri: “Andate avanti con gioia e con il cuore aperto più che potete; e se non andate sempre con gioia, andate sempre con coraggio e fiducia”.

W  DON BOSCO e buona festa