“Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi avrà a soffrire per causa sua, e magari anche a spezzarsi. Se volete avere la certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un animale. Proteggetelo avvolgendolo con cura con passatempi e piccoli lussi; evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo col lucchetto nello scrigno, o nella bara, del vostro egoismo. Ma in quello scrigno (al sicuro, nel buio, immobile, sotto vuoto) esso cambierà: non si spezzerà; diventerà infrangibile, impenetrabile, irredimibile.”

Sono queste le parole di un grande scrittore britannico dello scorso secolo Lewis, che non fanno altro che ricordarci una verità tanto profonda quanto misteriosa: amare vuol dire anche soffrire. Anzi, potremmo dire che non esiste amore generativo che non sgorghi dalla linfa della sofferenza.  Sembra un paradosso, nella cultura attuale in cui si fugge dalla fatica, dalla ricerca ingenua di un’alternativa più facile che ci eviti il dolore.

Tutti noi dobbiamo fare i conti con il fatto che non sia possibile educare senza soffrire: papà, mamma, prof, allenatore, don, ma dobbiamo ricordarci che non possiamo impedire l’ERRORE a tutti i costi, metterci al posto del ragazzo/a. NON POSSIAMO FARLO, perché c’è in gioco la libertà, l’autonomia e l’assunzione di responsabilità, uniche condizioni che vissute consentono di diventare uomini e donne

Così, anche, senza il conflitto e la conseguente opposizione che questo genera, come si può pensare di far crescere persone forti, capaci di difendere i propri valori assertivamente o di riconoscere e rispettare le regole della civile convivenza?

Come dice Sgroi, un esperto pedagogista, sia che si tratti di non voler fare soffrire i figli o di evitarci le delusioni e le fatiche dell’educazione, cercare di escludere la sofferenza dal processo educativo riduce inevitabilmente quella fecondità a cui esso tende per sua natura. E spesso, paradossalmente, porta lontani da quella felicità a cui tutti aspiriamo. C’è infatti un legame, stretto e misterioso, tra amore, sofferenza e felicità. Un legame che, nostro malgrado, scopriamo soprattutto quando sperimentiamo che non è la strada in discesa a rendere la nostra vita felice e pienamente realizzata.