Carissimo don Bosco in  questi giorni così  strani qui  a scuola non mi rimani che tu per chiacchierare: i monelli più  simpatici e quelli più  bravi sono costretti a rimanere a casa in quarantena.

E cosi ho  pensato di scrivere a te, ai miei studenti e  alle famglie  per  ragionare  un po’ , per domandarsi, nel tentativo di capirci qualcosa.

Non avevo mai sentito parlare così tanto di morti come  in questo tempo di Covid in cui giornalmente  il  bollettino mortuario tristemente ci annuncia  che sta capitando qualcosa che ha interrotto il flusso di una vita vissuta proprio come se la morte non esistesse.

Viviamo in u n’epoca che ci ha fatto pensare che la morte non ci riguarda,  sia un pensiero medioevale, arma con cui vengono spaventati  bigotti e omiciattoli. Tema così scomodo che qualcuno non porta nemmeno i figli ai funerali, o di cui non si parla mai a tavola o se lo si fa lo si affronta  con rituali quanto meno discutibili

Eppure pensare alla morte e far riflettere su di essa fa comprendere  invece quanto sia bella la vita, spronandoci “ a vivere e a investire ogni attimo come se fosse il primo, l’unico e l’ultimo”

Oggi siamo stati costretti a rientrare in noi stessi per comprendere il valore della nostra vita, la bellezza dei nostri rapporti, la capacità di essere protagonisti non di singoli sogni ma di vite che si incontrano, si abbracciano, si sostengono, si asciugano le lacrime, si amano senza trattarsi come cose. La morte ci costringe a tutto questo: ma non è ancora la risurrezione,

Per risorgere siamo chiamati a  credere che dalle ceneri  si riprende vita (ex cinere resurgo), proprio come il seme che  solo morendo genera il frutto .

Allora trovano senso anche le parole di San Francesco che  arriva a chiamare la morte sorella.

Il problema è che, oggi più di ieri, si muore e basta perché non si conosce il Vivente e noi  i nostri figli , omettendo questi pensieri, rischiamo soltanto trovarci impauriti soli davanti ad una scoscesa e non una valle distesa. Quanto profetico è stato il segna anno ( o segna libro)  che ho distribuito durante il giorno della tua Festa… “Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in paradiso”

Se questo tempo ci permettesse di ricostruire ciò che avevamo perduto, messo tra parentesi, sarebbe già una grande cosa. Se tornassimo al nulla di prima avrebbe vinto la morte e non la  Pasqua  che fra poco celebreremo e che dice che niente è più come prima perché il Signore della Vita ha vinto.

Noi  ce l’abbiamo una  risposta  che trascende, supera, la morte, e che tu ci hai continuamente ricordato nella tua esperienza di vita: VI riposerete in Paradiso, già perché NOI NON MORIREMO MAI se avremo vissuto AMANDO, come il seme che dà il suo frutto..

 

Certo questi sono pensieri complicati da proporre e da vivere ed è per questo che abbiamo bisogno di fare Pasqua.

Sai carissimo don Bosco in queste settimane strane di quaresima mi sono riproposto la domanda che i discepoli fanno ad un certo momento a Gesù “Signore, dove vuoi che celebriamo la Pasqua” .

Mi sembra così utile per affrontare questo tempo di Covid. Sai carissimo Giovanni, cosa penso che mi risponderebbe Gesu #Acasadate

E così ho chiesto a consiglieri, coordinatori culturali e didattici di videoregistrare in ambienti diversi delle loro case un pensiero di comunione per la Domenica delle Palme, Il Giovedì, il Venerdì, il Sabato Santo e la domenica di Pasqua: si sulla porta di casa, in cucina nel luogo della cena, in anticamera il luogo del transito, in camera da letto dove le membra riposano e in giardino dove tutto rifiorisce.

MI hanno tutti risposto dando loro disponibilità e così sarà.

Ed ora caro don Bosco ti chiedo di aiutarmi a chiedere ai miei ragazzi, grandi e piccoli, di lasciare nei prossimi giorni  in giro per casa, sbloccato,  pronto sulla pagina del sito della scuola o su quello della mail istituzionale il proprio tablet o chromebook. I più bravi potranno anche portarlo a tavola.

E così questo strumento di lavoro, tanto usato in questi giorni, potrà diventare una piccola “capellina” per mettere insieme qualche buon pensiero,  per vivere  bene la Pasqua, che non si può non celebrare per le argomentazioni  di cui sopra scrivevo sopra, carissimo don Bosco.

4 cartoline #ACASATUAdaTe non più lunghe di tre quattro minuti per non farci trovare impreparati, distratti, angosciati o con il cuore

Viva Te Santo Giovanni Bosco, Viva il Padre Eterno che tutti e propri tutti salva