Questo mese il contributo educativo attinge dalle parole di don Angel Fernandez Artime rettore Maggiore della Congregazione Salesiane scritte sul Bollettino di ottobre 2017.

… Sono stato per gli Esercizi Spirituali presso il monastero di Vallombrosa, vicino a Firenze, dove vi è anche una delle foreste più spettacolari, composta da migliaia di alberi, diritti  anche più di venti metri. Alberi con le radici molto profonde, un tronco molto flessibile e un fogliame ridotto all’essenziale. Le radici profonde sono necessarie per cercare umidità e acqua. Il tronco è alto perciò deve essere molto flessibile per poter oscillare e neutralizzare la pressione del vento. La chioma ridotta è anch’essa un frutto della saggezza naturale. Se fosse ampia e con molti rami le grandi nevicate invernali potrebbero stroncarla sotto il loro peso. “Che incredibile metafora, che lezione di vita impartisce la natura a noi essere umani”.

Carissimi la sapienza della natura di questi alberi ci insegna a vivere con profondità e interiorità, cercando la Sorgente della Vita, per trovare l’acqua pura, proprio come fanno le radici di questi alberi

Quante ansie trasmettiamo ai nostri figli  derivanti dalle normali preoccupazioni della quotidianità? Quanta fragilità inutile trasudiamo attorno a noi che diventa poi nei nostri ragazzi incapacità di affrontare la prova? Le generazioni passate vivevano certamente con minor risorse ma, spesso, come mamma Margherita, erano  capaci di guardare alle fatiche  con la semplicità di chi diceva ad alta voce. “Dio ha dato, Dio ha tolto”.  “Solo in Dio riposa l’anima mia”, perché il nostro Dio è un Dio provvidente…

 La seconda qualità degli alberi di Valleombrosa è la flessibilità, che si oppone alle energie distruttive, che resiste al disfacimento , piegandosi….. Siamo figli di un padre, don Bosco, che di lui stesso diceva “Io mi chiamo Bosco ‘d sales “(in piemonte “di salice” leggno dolce e flessibile)

Quante volte davanti ai nostri figli ci mostriamo capaci di flessibilità autentica, senza tuttavia cedere davanti all’insistenza, alle richieste talora immotivate che gli adolescenti ci propongono. Con quali criterio ci pieghiamo a loro? Quanto siamo capaci di un no, motivato, o quanto prevalgono in noi dei più facili “sì”. L’albero si flette ma non deve spezzarsi per convenienza e insistenza dei venti giovanili.

La terza qualità della foresta ci invita a ricercare solo ciò che è veramente essenziale, ciò che ci basta per essere in armonia. Alleggeritevi dei fardelli inutili, ritrovate la semplicità, eliminate la competitività in ogni campo della vostra esistenza.  La ricchezza di un uomo si misura da quello di cui non ha bisogno.

A questa terza considerazione non aggiungo nessuna provocazione… mi pare troppo bella l’idea di immaginarci alberi “leggeri” slanciati verso l’Alto perché alleggeriti da ciò che ci tieni chini e vicini alla polvere della terra.