Mentre auguro a tutti un anno di vita feconda, mi sembra bello poter condividere l’esortazione educativa che Papa Benedetto indirizzò ai genitori nel 2008, proprio nel giorno in cui il mondo celebra il ritorno  a Casa, di questo grande uomo e pontefice innamorato della Verità e della Vita. Egli è stato un nobile e gentile testimone della Via che conduce ciascun uomo alla felicità, e sono convinto che se semplicemente provassimo a ricordare le parole, da me aggiunte e riportate in neretto a modi titolo/sintesi  di quanto da lui enunciato, concluderemo questo anno che inizia migliori di quanto siamo ora.

Cari genitori,  educhiamo in fondo  per  insegnare a discernere il bene dal male a coloro che amiamo.. ed oggi la tentazione di rinunciare a questo servizio dipende dal rischio di non comprendere nemmeno quale sia realmente il ruolo di ciascun educatore.

Cari fratelli e sorelle, Non temete!  Penso che possa essere utile individuare alcune esigenze comuni di un’autentica educazione. Essa ha bisogno anzitutto di quella vicinanza e di quella fiducia che nascono dall’amore: penso a quella prima e fondamentale esperienza dell’amore che i bambini fanno, o almeno dovrebbero fare, con i loro genitori. Ma ogni vero educatore sa che per educare deve donare qualcosa di se stesso e che soltanto così può aiutare i suoi allievi a superare gli egoismi e a diventare a loro volta capaci di autentico amore… [FATE VEDERE DI ESSERE CAPACI DI AMARE]

…Già in un piccolo bambino c’è inoltre un grande desiderio di sapere e di capire, che si manifesta nelle sue continue domande e richieste di spiegazioni. Sarebbe dunque una ben povera educazione quella che si limitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita. [CERCATE LA VERITA’ CHE CONTA,  PROPONETE LE DOMANDE GIUSTE]

Anche la sofferenza fa parte della verità della nostra vita. Perciò, cercando di tenere al riparo i più giovani da ogni difficoltà ed esperienza del dolore, rischiamo di far crescere, nonostante le nostre buone intenzioni, persone fragili e poco generose: la capacità di amare corrisponde infatti alla capacità di soffrire, e di soffrire insieme. [NON PENSIATE DI ESCLUDERE LA SOFFERENZA]

Arriviamo così, cari amici al punto forse più delicato dell’opera educativa: trovare un giusto equilibrio tra la libertà e la disciplina. Senza regole di comportamento e di vita, fatte valere giorno per giorno anche nelle piccole cose, non si forma il carattere e non si viene preparati ad affrontare le prove che non mancheranno in futuro.  Man mano che il bambino cresce, diventa un adolescente e poi un giovane; dobbiamo dunque accettare il rischio della libertà, rimanendo sempre attenti ad aiutarlo a correggere idee e scelte sbagliate. Quello che invece non dobbiamo mai fare è assecondarlo negli errori, fingere di non vederli, o peggio condividerli, come se fossero le nuove frontiere del progresso umano. [SIATE CONSAPEVOLEMENTE AUTOREVOLI].

L’educazione non può dunque fare a meno di quell’autorevolezza che rende credibile l’esercizio dell’autorità. Essa è frutto di esperienza e competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita e con il coinvolgimento personale, espressione dell’amore vero. L’educatore è quindi un testimone della verità e del bene [SIATE COERENTI]

Vorrei infine proporvi un pensiero che ho sviluppato nella recente Lettera enciclica Spe salvi sulla speranza cristiana: anima dell’educazione, come dell’intera vita, può essere solo una speranza affidabile. Oggi la nostra speranza è insidiata da molte parti e rischiamo di ridiventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini “senza speranza e senza Dio in questo mondo”, come scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani di Efeso (Ef 2,12). Proprio da qui nasce la difficoltà forse più profonda per una vera opera educativa: alla radice della crisi dell’educazione c’è infatti una crisi di fiducia nella vita. [PENSATE POSITIVO PERCHE’ SIETE FIGLI]

Riponiamo in  Dio la nostra speranza. Solo Lui è la speranza che resiste a tutte le delusioni; solo il suo amore non può essere distrutto dalla morte; solo la sua giustizia e la sua misericordia possono risanare le ingiustizie e ricompensare le sofferenze subite. La speranza che si rivolge a Dio non è mai speranza solo per me, è sempre anche speranza per gli altri: non ci isola, ma ci rende solidali nel bene, ci stimola ad educarci reciprocamente alla verità e all’amore.

Vi saluto con affetto e vi assicuro uno speciale ricordo nella preghiera, mentre a tutti invio la mia Benedizione.