La prima domanda, in termini educativi, che vorrei proporre quest’anno è “Siamo proprio  sicuri di vederci bene? O meglio  che tutto quello che ci tocca, che tocchiamo siamo in grado di osservarlo e validarlo con gli occhi giusti?”

Penso, infatti, che nel contesto di oggi fatto di apparenze, di istantanee che si susseguono senza posa, di stimoli continui e impazziti, pochissimi abbiano confidenza con il cuore, anzi molti lo confondano con la pancia, tanto che siamo divenuto portatori di isterici sentimentalismi e fobie collettive, che si traducono spesso in scelte insensate, specie dal punto di vista educativo.

Ci diamo aria  da maestri di educazione, finiamo, invece, per fare quello che fanno tutti, lasciando che il qualunquismo educativo agisca in noi e per noi.

Vorrei cari genitori che insieme arrivassimo  a giugno con qualche essenziale  in più a bordo; e come prima cosa, per raggiungere qualche risultato, occorre anzitutto, nel silenzio delle proprie coscienze, misurare lo stato di salute del nostro “cuore” che è la sede del pensiero, della volontà, delle emozioni, della coscienza e dei desideri più intimi. Simbolicamente, è il luogo da cui provengono le decisioni e le azioni, e dove si svolge la relazione con Dio e con gli altri. Gli occhi degli adulti non vedono più, se non secondo il senso comune, e sembrano aver smarrito la capacità di  guardare con stupore e umiltà investigativa, che consente di arrivare davvero all’essenziale di ciò che capita.

Vi invito a trovare, almeno settimanalmente,  il modo e il tempo per” coltivare  il proprio giardino”, curando con dedizione e passione e assoluto rigore ciò che amiamo, senza trascurare di ritagliarci del tempo per il proprio spirito per non inaridire ed avvizzire dentro ” lunghe to do list” che ci proponiamo forzatamente di assolvere. Vedremo rifiorire e inseguiremo «i pensieri del cuore; i consigli del cuore; i disegni, i progetti del cuore, le vie del cuore» ecc.

Vi invito  anche a trovare del tempo  per far memoria. In latino «recordor» e  in italiano «ricordare» hanno la loro origine dalla parola «cuore»: è un ritornare al cuore. In francese, imparare a memoria si dice «apprendre par coeur. Troppo spesso nella nostra vita, abbiamo poca memoria, e lasciamo spazio a ciò che ci pare risolva il problema subito. Il subito in educazione è nemico del bene. Facciamo la fatica di prenderci del tempo prima di rispondere a quegli interpelli educativi che esigono un si o un no di valore

Vi invito, infine, a sospendere giudizio per tentativo di scrutare  l’interiorità della persona, quindi i suoi aspetti più segreti: i pensieri, i sentimenti, gli atteggia­menti intimi, i desideri, i progetti nascosti, le ragioni delle scelte che a noi paiono a prima vista incomprensibili.

E allora quando post-domani sarà giugno, se avremo fatto un buon allenamento, raggiungeremo l’essenziale, saremo divenuti capaci di trovare tempi per noi senza rincorrere dietro mille sciocchezze (molte delle quali scritte nella giovinezza dei nostri figli/e), saremo capace di suggerire agiti profondi e motivati grazie alla memoria che avremo costruito nel nostro cuore e soprattutto tratteremo gli altri con quella atteggiamento che aborra il mal parlare e pondera con saggezza ogni parola che esce dalla propria bocca.