Rubo una mail intercorsa fra due docenti dell’Istituto perchè la risposta mi sembra corrispondere ai principi educativi propri dell’amorevolezza cara a don Bosco… e quindi alla nostra scuola
Il direttore
“…Mi intrometto nella discussione, pur non avendo a che fare con la classe protagonista, per dirti poche semplici cose, molto ma molto generali, delle quali sono convinto.
Anzitutto levati dalla testa qualsiasi senso di colpa o anche solo di inadeguatezza: hai fatto le tue scelte, con convinzione e professionalità. Probabilmente, intuisco, hai fatto ottime scelte, ma se anche ti accorgessi di aver sbagliato qualcosa (nelle tue richieste alla classe, nella preparazione alllo svolgimento del lavoro o altro…) porta pazienza. A me capita abbastanza spesso di dover correggere il tiro, senza fare drammi.
Tu semina, semina attraverso i contenuti che più ti appassionano. Metti nella testa dei ragazzi il terribile dubbio che, forse, possono avere una loro idea, o almeno una opinione. Che possono pensare e ragionare. Che possono distinguere tra bello e brutto, corretto e sbagliato, opportuno e inopportuno… con la loro testa. Che possono crescere. Combatti con la tua dolcezza l’apatia e l’indolenza che sempre più spesso riempie le nostre classi, mostrando la passione per quello che proponi. Ti seguiranno? Forse, alcuni. E quelli che non ti seguono? Porta pazienza. Valorizza ciò che c’è di positivo, i piccoli segnali di miglioramento, mostrando comunque loro attenzione, e proponi sempre il messaggio che “voi valete molto di più di questo”, che sai che “questi lavori non sono degni delle vostre possibilità e capacità” ecc. Pian piano, lentamente, capiranno, e ti apprezzeranno per la fiducia che comunque mostri loro. In questo clima ho sempre osservato che i ragazzi riconoscono e accettano meglio anche i voti negativi.
E poi, con le valutazioni negative, offri sempre un percorso, una indicazione, per migliorare. Siamo a novembre, non è ancora tempo di giudizi definitivi.
A molti ragazzi, secondo me, manca fiducia in se stessi e un pizzico di sana ambizione. E poi molti sono alle prime esperienze di “frustrazione”, in una vita sostanzialmente resa facile, e non sanno bene come reagire…
Ciao. Gianluca”