Spesso noi adulti pensiamo che i nemici e i problemi dei nostri ragazzi provengano dall’esterno e ci sentiamo tranquilli e sicuri quando i nostri figli stanno in camera, barricati come in trincea, magari chattando, lasciando montagne di maglie per terra, libri sul letto, armadi aperti, residui di cibi e bevande sparse qua e là: una sorta di zona franca dove però nascono segreti e sogni a occhi aperti. Un posto insomma dove i muri non esistono, se non quelli di cemento, un luogo pieno di finestre su un modo che però, spesso e volentieri, non ha nulla di buono da offrire, fatto di situazioni ideali, idealizzate e surreali, in cui si finisce troppe volte per sentirsi inadeguati, maturando stupide invidie e raccogliendo informazioni giudicate troppo rapidamente fondate e veritiere.
PENSO CHE TRA GLI ESSENZIALI EDUCATIVE DI CUI RIMPOSSESSARCI CI SIA ANCHE QUELLO DI RIPRENDERE “IL CONTROLLO” DI QUESTO SPAZIO, attraverso semplici mosse
- ACUTA OSSERVAZIONE, CONTROLLO NON INTRUSIVITA’
Mi sembra importante suggerire di mantenere un monitoraggio costante, seppure a debita distanza, della cameretta, magari entrandovi una volta che i figli sono usciti [PRINCIPIO DELLA FIDUCIA DUBITATIVA!!!] . Senza scudi e baionette rimane obbligatorio lo sguardo discreto, prudente e casuale per evitare che come in un terreno incolto possano crescere liberamente erbe infestanti.
Bussare alla porta sempre prima di entrare, rispettando l’intimità degli occupanti, ma ribadendo che la casa è un luogo comune e nessun ambiente è off limits. Ribadire in maniera intelligente che i figli sono di passaggio nella famiglia di origine e non hanno diritto alcuno di possesso è una mossa per ristabilire l’ordine gerarchico con funzione pedagogica;
2. LASCIARE PERDERE IL DISORDINE
Non perdere tempo a chiedere di sistemare la camera. Non sprecate tempo e fiato, con un figlio in piena fase adolescenziale vi servono tutti! Il “ti faccio sparire tutto”, “ti butto tutto”, “non ti lavo più niente”, NON funziona, anzi favorisce perdita di autorevolezza perché tanto in fin dei conti nessuno manterrebbe la parola data, quindi sono frasi fini a se stesse. In casa non ci sono principi e principesse! Se li avete educati a fare tutto voi è impossibile lamentarsi. Ed, infine invito a, non perdere il ruolo educativo genitoriale con stucchevoli suppliche, “ti prego dai fallo per me”, e biasimevoli denigrazioni “fai schifo!”. È la stanza in disordine, non è il figlio che fa schifo.
3. IL CORAGGIO DEL PIATTO VUOTO E DEI VESTITI SPORCHI
Concludo questo mio pensiero diventando biblico. Se non siete in grado di ri-attivare una vita fuori dalla stanza di casa [gli adolescenti sani dovremmo vederli poche ore in casa] siate Paolini.
L’apostolo reagì con foga di fronte all’oziosità della comunità di Tessalonica proponendo innanzitutto la sua testimonianza e poi ricorrendo a un proverbio lapidario: «Noi non abbiamo mai vissuto oziosamente tra voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica notte e giorno per non essere di peso a nessuno tra voi. Eppure avevamo il diritto di farlo, ma abbiamo voluto darvi un esempio da imitare. Quando eravamo con voi, vi avevamo assegnato questa regola: Chi non vuol lavorare, neppure mangi!»



