CARISSIMI GENITORI,  SE DESIDERATE ESSERE RICONOSCIUTI DAI VOSTRI FIGLI, EVITATE ANZITUTTO IL MALPARLARE PUBBLICO, SOPRATTUTTO DEGLI EDUCATORI CHE LA SCUOLA, L’ORATORIO, LO SPORT … VI HA DATO MODO DI INCONTRARE….

 

“Perché non si uccide solo con un coltello o una pistola, si può prendere la mira e premere il grilletto in un altro modo, attraverso la calunnia, la denigrazione, la sistematica maldicenza che finisce per annientare umanamente e psicologicamente l’avversario. Il quinto comandamento, non uccidere, andrebbe rivisto, ampliato, chissà, magari per mettere in guardia sui danni irreversibili che si commettono quando si mettono in giro delle chiacchiere, delle falsità, dei gossip costruiti sul nulla, solo per colpire alle spalle qualcuno”.                                                                  Domenica 7 settembre 2014 – Angelus di Papa Francesco

 

Aggiungo io… spesso il mio parlare non rimane neppure discreto, si fa pubblico, tecnologico; oggi, infatti, è anche fin troppo facile esprimere il proprio mal governato pensiero pensando di essere semplicemente davanti ad un congegno tecnologico, dimenticando il volto di colui che sto ferendo, giudicando con leggerezza chi in quel momento non posso guardare negli occhi.

Allora per questa tempo di Avvento ormai alle porte: parliamo meno, ascoltiamo di più, disertiamo i social network come palcoscenico d’immediatezza e conversazione demenziale o peggio ancora malvagia.

I  TRE SETACCI DI SOCRATE

Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.

Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse: “Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?”

“Un momento“, rispose Socrate, “Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.”

“I tre setacci?”

“Sì“, continuò Socrate. “Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Io lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è VERO?”

“No… ne ho solo sentito parlare.”

“Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di BUONO?”

“Ah no, al contrario!”

“Dunque“, continuò Socrate, “vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. È UTILE che io sappia cosa avrebbe fatto questo amico?”

“No, davvero.”

“Allora“, concluse Socrate, “se ciò che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile, io preferisco non saperlo; e consiglio a te di dimenticarlo

 

ACCERTIAMOCI SEMPRE E DAVVERO PRIMA DI PARLARE SE QUELLO CHE DICIAMO E’ VERO, BUONO E UTILE!!!!

Il Direttore